"Sotto il Simbolo Sacro un Cavaliere deve giurare di obbedire al Codice che è senza fine come un anello saldato dall’Onore.”
Sapientum Praeceptorum
I - Un Cavaliere giura di essere valoroso. II - Il suo cuore e la sua via conoscono solo virtù. III - La sua spada ed il suo scudo difendono gli inermi. IV - La sua forza sostiene i deboli. V - La sua parola dice solo verità. VI - La sua collera è indirizzata e stermina i malvagi. VII - Il giusto non può morire. VIII - Se un Paladino ancora ricorda le antiche parole esse non sono dimenticate e sono ancora in vigore. IX – Un Paladino non alienerà mai i beni della fratellanza. X – Un paladino non alzerà mai l’arma su un fratello fintanto che egli rimarrà nella Luce. XI – I possedimenti della Confraternita sono della Confraternita e non del singolo. XII – Il Paladino può prendere moglie/marito, essi vivranno nel Monastero ed egli avrà l’obbligo di istruire la progenie secondo le vie di Enuitari. XIII – Le decisioni della Confraternita sono prese dal Concilio formato da tutta la Confraternita presente. XIV – Ogni Fratello è di pari grado, la sua parola ha forza in seno di Concilio. XV – I riti di iniziazione e le cerimonie interne sono Sacre. XVI – E’ considerato Sacro tutto ciò che è destinato alla Confraternita e conserva carattere di esclusività. XVII – L’ accesso alla Fortezza dell’Eremo è consentito solo ai Fratelli. XVIII – L’ eremo ha accesso pubblico nei suoi luoghi di Culto. XIX – L’ offesa alla Luce di Enuitari va rivendicata secondo Forza e Onore. XX – Al bestemmiatore va destinata la Distruzione. XXI – Al peccatore va destinato processo e giudizio secondo la decisione del Concilio. XXII – Le decisioni del Concilio devono contare la maggioranza più un membro. XXIII – In caso di parità di votazione, il Concilio si riunirà in messa relata dall’ Eletto del Tabernacolo e sosterrà, al termine della stessa, una nuova votazione dopo una notte di riposo. XXIV – Il Fratello che manca nel dare aiuto e sostegno alla Confraternita o ad un altro Fratello, sarà destinato ad un processo da parte del Concilio del quale non farà parte. XXV – Il Paladino dovrà sempre mostrare il proprio Simbolo Sacro e le proprie insegne, non dovrà mai occultarle né ometterle. XXVI - Ogni giorno, medito un articolo diverso del codice morale e tento di metterlo in pratica fino a notte. XXVII - Mi applico giorno e notte all'ascolto, la riflessione e la meditazione e alla preghiera. XXVIII - Mi applico a dominare le mie emozioni verso miei cari come verso miei nemici. XXIX - Mi applico a fuggire i luoghi nocivi e le emozioni negative per sviluppare in me una condotta virtuosa. XXX - Mi applico ad amare miei fratelli e mie sorelle più di me stesso, a vedere solamente le qualità degli altri, anche di chi vede solamente i miei difetti. XXXI - Mi applico a non nuocere mai ai giusti, anche al rischio della mia vita. XXXII - Mi applico a generare lo spirito di Luce per liberare l'infinità degli esseri. XXXIII - Mi applico a scambiare la mia felicità contro la sofferenza di altrui. XXXIV - Mi applico a servirmi della materia senza diventarne schiavo. XXXV - Mi applico a lodare chi mi rivela i miei difetti. XXXVI - Mi applico, nella miseria, di mezzo al disprezzo costante, in preda alle malattie, a custodire il coraggio e dei pensieri positivi. XXXVII - Mi applico anche nell'opulenza, a considerare i beni al loro giusto valore ed a non trascurare gli altri. XXXVIII - Mi applico parimenti a non considerare le difficoltà come illusorie. XXXIX - Mi applico a praticare la generosità senza aspettare ritorno. XL - Mi applico a praticare la disciplina cavalleresca senza motivazione mondana. XLI - Mi applico ad esercitarmi alla pazienza. XLII - Mi applico a sviluppare l'entusiasmo e la perseveranza. XLIII - Mi applico ad esercitarmi alla calma mentale ed a praticare la concentrazione che trascende i quattro stati senza forma. XLIV - Mi applico ad evitare ogni parola offensiva e sgradevole. XLV - Mi applico ad essere cosciente del mio stato d'animo del momento ed a ricercare incessantemente la conoscenza di me stesso. XLVI - Mi applico ad osservare costantemente i miei difetti ed a disfarmene. XLVII – Tutto ciò che non è conforme alla natura della Creazione, è aberrante, mostruoso, ignominioso ed abominevole va mondato secondo la Giustizia della Luce. XLVIII - L'Ordine nomina un Gran Maestro, egli ha l'ultima parola all'interno del Concilio interno solo ed esclusivamente per la discussione di decisioni critiche e laddove sussista una parità di voti all'interno della votazione. Può essere messo in giudizio innanzi a tutto il Concilio.
Officium
I - Siate fedeli alla cavalleria, ai suoi insegnamenti, e osservate il Codice della Cavalleria in ogni direzione. II - Amate la vostra terra, la vostra famiglia, la vostra religione e sosteneteli in ogni circostanza. III - Onorate il vostro regno e siate sempre fedeli agli altri cavalieri, al vostro ordine, alla vostra consorte, e al vostro stesso onore. IV - Offrite la vostra fede ad Enuitari e a chi è Benedetto a regnare da Ella. A costui avete reso omaggio e siete suo uomo: il vostro dovere è di proteggerlo dalla morte e dall'onta secondo le vostre forze. V - Portate rispetto alle autorità: siate umili e accondiscendenti con chi vi precede, e trattate con umanità e rispetto chiunque sia retto e segue o persegue la Luce. VI - Amministrate giustizia e pietà allo stesso tempo.
Verba
I - Cercate sempre di sfoggiare portamento, eleganza, intelligenza e squisita educazione, adeguati alla dignità di un cavaliere. II - Parlate sempre in modo chiaro e pacato. III - Non fate uso di linguaggio volgare e risparmiatevi idiozie o stupidaggini. Mostrate sempre autodisciplina e controllo. IV - Non parlate troppo volentieri. Chi parla troppo pronuncia parole che potrebbero tornargli a follia. Chi troppo parla fa peccato, dice il saggio. Per questo, nobili cavalieri, ve ne sconsiglio. V - Ricordate che il silenzio è, qualche volta, la risposta migliore. VI - Non mentite mai, e mantenete sempre fede alla parola data. La parola di un cavaliere sostiene il suo stesso onore. La vostra parola deve essere affidabile e sicura al di là di dubbi o incertezze. VII - Date parola a tutti, anche agli ignoranti e agli ottusi, poiché anche essi hanno le proprie storie. Inoltre, non lasciatevi indebolire da pregiudizi e credenze. VIII - Fate poche domande e ascoltate molto. Se potete non chiedete nulla mai; ma se sarà per compiacere qualche buon amico allora vi sia in onore chiedere una volta e anche due, perché la prima volta potrebbe non essere ben intesa. Ma non più di due volte.
Caritas
I - Abbiate compassione di tutti coloro che sono deboli, indifesi, o oppressi, e difendeteli sempre e ovunque. II - Date sempre priorità ai bisogni degli altri, rispetto ai vostri. III - Siate generosi e prodighi con tutti. Generosità è anche sinonimo di nobiltà. IV - Se qualcuno vi pone una nobile e ammissibile richiesta, non potete rifiutarvi di esaudirla. V - Non pretendete mai alcun compenso per il vostro aiuto. La ricompensa migliore per un cavaliere è l'aver compiuto una nobile impresa. VI - C'è sempre un valoroso cavaliere pronto ad aiutare un altro valoroso cavaliere quando lo vede in pericolo, e sempre un uomo valoroso dovrebbe detestare che un uomo valoroso venga ingiuriato.
Ecclesia
I - Abbiate fede negli insegnamenti di Enuitari e della sua Chiesa e rammentate il voto fatto durante la cerimonia di investitura. II - Difendete la Legge di Enuitari e servitevene per fermare le ingiustizie. III - Siate rispettosi nei confronti di tutte le fedi che camminano nella Luce, e non offendetele mai.
Integritas
I - Non siate vanitosi, la vanità si cela dietro la virtù e la gloria. Guardatevi dall'eccessivo orgoglio perché è una debolezza alla quale nessuno è immune. II - Tenetevi lontani dalla malvagia gloria mondana, perché la grande superbia porta inesorabilmente a grandi dolori. III - Un cavaliere invidioso non otterrà mai onore, e poiché egli è anche un uomo invidioso che vuol avvantaggiarsi dell'onore, sarà disonorato due volte senza ottenere nulla. Per questo motivo gli uomini d'onore odiano quelli invidiosi e non mostrano loro alcun favore.
Puellae
I - Rispettate le donne e soccorretele sempre quando sono sofferenti. II - Non cercate volutamente di turbare la donna legata all'amore di un altro. III - Non importunate dame e damigelle, e desistete in caso le vostre intenzioni vanno contro la loro volontà.
Pugna
I - Disputate duelli e tornei per difendere la vostra causa, e vendicare le offese. II - Combattete sempre con onore e coraggio. III - Non attaccate mai un nemico disarmato, e non caricate mai un avversario inerme. IV - Non colpite mai alle spalle, ed evitate i trucchi. V - In battaglia, non aspettate nessuno e per primi date di sprono per infliggere un buon colpo; ma in consiglio, finché siete giovani, guardatevi dal dare il vostro parere prima che i più anziani Fratelli abbiano parlato. VI - Non abbandonate mai un amico o un alleato che si trova in difficoltà. VII - Non rifiutare mai una sfida e non fuggite davanti al nemico. Chi non accetta una sfida, ebbene l'ha già perduta; e nel peggiore dei modi. VIII - Se combattete con un cavaliere, ricordatevi che, quando l'avversario è battuto e non può difendersi né resistere e chiede grazia, dovete averne misericordia e non ucciderlo. IX - Non torturate mai l'avversario battuto.